Da La Stampa di Asti / Società, cultura & spettacoli
Giovedì 5 novembre 2020, un articolo di Marina Rissone
MAX PONTE L’autore di Villanova ha appena pubblicato una
nuova raccolta dal titolo “Ad ogni naufragio sarò con te”. Una riflessione
sulla maturità e sui cambiamenti dettati dal presente
“IL POETA È ANCHE UN JUDOKA, GIOCA CON EQUILIBRI
E CADUTE”
Fin dalla tenera età si è avvicinato alla poesia portandola
nella sua vita. Da ragazzino ha amato la scrittura come veicolo e strumento per
comunicare sensazioni, idee e punti di vista. Oggi Max Ponte, 43 anni, di
Villanova, laureato in filosofia all’Università di Torino, con una tesi sull’estetica,
già ricercatore all’ateneo di Parigi-Nanterre, continua a mantenere intatta
quella curiosità legata al periodo dell’infanzia.
Nel tempo si è distinto in particolar modo come performer culturale
con eventi e iniziative di livello nazionale, oltre ad essere scrittore e
poeta. Tra le sue pubblicazioni la raccolta «Eyeliner» (Bastogi,
2010), «56
poesie d’amore» (Granchiofarfalla, 2016), seguite dal libro appena
pubblicato «Ad
ogni naufragio sarò con te» (La Strada per Babilonia), con una nota di lettura del
poeta e critico Luigi Cannillo. Ha pubblicato inoltre l’ebook «Potere
futurista»
(Narcissus/StreetLib), saggio sul rapporto tra futurismo italiano e politica.
Con il poeta astigiano Andrea Laiolo ha curato la
pubblicazione de «La virtù sconociuta» di Vittorio Alfieri (Paginauno). Ha inoltre curato la
raccolta «Poesie
per un compleanno» (Paginauno).
Accanto all’attività di poeta Max Ponte è impegnato anche
sul territorio per ravvivare l’ambiente culturale. Ha attivato in paese un
gruppo di lettura. Ha realizzato con successo la pagina facebook «Villanova
d’Asti, cultura e turismo» dove appunta notizia storiche, curiosità legate ai
personaggi del borgo, alle storie più nascoste, alle eccellenze, per mantenere
viva la memoria attraverso testi, testimonianze e fotografie d’epoca. È inoltre
istruttore di judo della scuola Shobukai. Per questo sostiene che «Ogni poeta è
un judoka. Il mondo del judo mi ha affascinato tantissimo, è una dimensione
culturale prima ancora che sportiva che merita la massima diffusione, il
rispetto delle regole e dell’altro, il gioco degli equilibri e delle cadute, il
rapporto diretto col proprio e l’altrui corpo, la pedagogia. Ringrazio il mio
maestro Andrea Claudio Di Nicolantonio e la sua scuola. Alla presentazione di
un mio libro ho portato anche una dimostrazione di judo con il mio maestro,
perché il judo è anche poesia».
La nuova raccolta è dedicata alla maturità dell’autore che si immerge nelle trame profonde dell’umanità di oggi. Affronta temi importanti, quali la pandemia e le vite personali che hanno cambiato modo di essere e pensare per salvarsi da un futuro incerto. Sono poesie d’amore e di impegno civile, scritte negli ultimi anni e nel periodo del lockdown, come le «Poesie del tempo virale». «Ho ambientato la nuova raccolta – spiega Max Ponte – tra le acque del mare e degli oceani per comprendere il cambiamento di un’epoca. Dal mio forte legame con la poesia mi sono reso conto che la scrittura è cambiata nel tempo. Sono passato dalla poesia di ricerca per avvicinarmi ai classici. La poesia aiuta a sintetizzare concetti, è un linguaggio che si discosta dagli altri. Italo Calvino scriveva “il mare in un bicchiere”. Poche righe stringate che racchiudono molti frammenti di vita vissuta». E aggiunge: «vuole essere un messaggio d’amore e di fratellanza con uno spirito neo-umanista, osservando il mondo che ci circonda, tra i naufragi quotidiani e gli attuali eventi mondiali». «Sono andato oltre il contesto storico di oggi – conclude Ponte – Le arti ci affrancano ogni giorno dai limiti che ci circondano e viviamo con estrema incertezza».