12.7.20

Memoria della bicicletta e l'evento a Villanova d'Asti


La bicicletta era per noi nati negli anni '70 un rito di passaggio, un rito multiplo che sanciva l'ingresso nell'età adulta. Si passava dal triciclo, alla bici con le rotelle che poi venivano tolte a fatica, alla bici media e alla bici grande. Alle elementari ebbi diritto ad una bici da cross, era rossa con tre marce sulla canna ed era marchiata "Re de foss", che era tutto un programma, tant'è che io e il mio vicino di casa eravamo sempre alla ricerca di nuove pericolose avventure. Alla Madonnina si giocava a lanciarsi dalla discesa per risalirla tutta d'un fiato, un giorno finii per incartarmi e il freno mi entrò nella gamba. Alla guardia medica di Villanova venni immerso nella tintura di iodio. 
Quella bicicletta era stata comprata da Clemente, un ciclista/meccanico a lato di Piazza del Municipio dove andavo anche a prendere la miscela per il motorino del nonno, non mancando di inalarne gli inebrianti effluvi che favoriranno probabilmente la mia passione per la poesia. 
Con la prima media, il nonno mio - di cui ero il nipote, senza merito alcuno, prediletto - mi portò a San Damiano da "Cicli Giorgio" ove mi misurarono come un novello Coppi e mi confezionarono una bici da corsa a mia immagine e somiglianza. Mi sentivo nello spazio siderale, la bici era leggerissima ed elegante e sfrecciavo come un dannato rischiando, anche qui, di rompermi la testa. Si faceva il tour di tutti i paeselli e con tanto di contachilometri - a quel tempo un oggetto avveniristico - si misuravano velocità e percorsi.
Ma in genere quasi tutti avevano un velocipede in paese, molte persone non ricordo di averle mai viste a piedi. Infondo quell'invenzione meccanica e ottocentesca della bicicletta aveva creato, almeno da inizio '900, i centauri della modernità rurale. La bicicletta per i nostri nonni era stato un prezioso mezzo di trasporto, usato anche nell'esercito dai bersaglieri ciclisti. 
Oggi tale fortunata invenzione è vista come un mezzo pacifico ed ecologico, essa ci permette di recuperare una visione più armonica dello spazio, fare esercizio fisico, ammirare l'ambiente nonché i beni artistici e architettonici che abbiamo ereditato nei mutamenti della storia.

Vi aspettiamo sabato mattina 18 luglio a Villanova per il nostro "Giro in bici dell'estate" con tappe storico/poetiche, un percorso in tutta calma con gli amici, cliccate qui la vostra partecipazione >

Nella foto mi trovate infante davanti alla bici del nonno, un mezzo molto vissuto nell'orto sito in strada per Cellarengo
[Max Ponte]